CHI SOPPORTA IL PESO DEI DAZI NELLA GUERRA COMMERCIALE STATI UNITI-CINA?
2025-04-25

Dal 2018, quando gli Stati Uniti hanno iniziato a imporre dazi aggiuntivi sulle merci cinesi — una situazione che si è intensificata e continuerà fino al 2025 — una domanda cruciale è rimasta: chi sostiene effettivamente il peso di questi dazi? Inizialmente applicati al 10% su acciaio e sull'alluminio cinesi, i dazi si sono estesi a un'ampia gamma di importazioni dalla Cina, con aliquote che hanno raggiunto il 125% e, in alcuni casi, persino il 145%. In questo periodo, si sono inoltre registrate significative fluttuazioni nel tasso di cambio tra il Renminbi (RMB) e il Dollaro statunitense (USD). Oggi esploreremo come queste oscillazioni valutarie abbiano influenzato le imprese cinesi.

 

Analisi del rapporto tra dazi e tasso di cambio


Come riconosciuto dalle analisi economiche, il peso dei dazi sulle importazioni non è sostenuto unicamente dal paese importatore. Gli studi sulla guerra commerciale Stati Uniti-Cina indicano che una parte sostanziale, se non la maggioranza, dei costi dei dazi è stata assorbita dagli importatori e dai consumatori statunitensi tramite aumenti dei prezzi. Tuttavia, la volatilità del tasso di cambio aggiunge un ulteriore livello di complessità a questo meccanismo.


Innanzitutto, esaminando l'andamento del tasso di cambio — specialmente in corrispondenza delle date chiave di imposizione dei dazi — si osserva una correlazione. Come mostrano i grafici valutari, l'RMB si è fortemente deprezzato rispetto all’USD durante i periodi in cui gli USA annunciavano nuove misure tariffarie, in particolare nel 2018, 2019 e 2024. Ad esempio, nel 2018, contestualmente ai primi dazi del 10%, il tasso di cambio USD/CNY è salito da circa 6,2 a 6,9, con un deprezzamento del RMB di circa l'11%. Dal punto di vista finanziario, se gli esportatori cinesi avessero mantenuto i prezzi in RMB, la svalutazione avrebbe comportato per loro un minor incasso in dollari. Mentre i compratori statunitensi affrontavano costi tariffari aggiuntivi, il rafforzamento del potere d'acquisto del dollaro rispetto al RMB ha di fatto spostato parte della pressione finanziaria sulle imprese cinesi. Questa dinamica spiega parzialmente perché, nonostante i dazi, l'inflazione negli USA nel 2018 non abbia registrato un'impennata drastica.


Analogamente, nel 2024, a seguito dell'avvio dell'indagine "Sezione 301" da parte dell'amministrazione Biden e dell'imposizione di dazi elevati — il 100% sui veicoli elettrici e il 50% su batterie al litio e prodotti solari — il tasso di cambio USD/CNY è nuovamente salito, passando da circa 6,7 a 7,25, con un deprezzamento del RMB di circa l'8%. Ciò suggerisce che, nel 2024, i fornitori cinesi abbiano assorbito tramite il tasso di cambio un onere equivalente a circa l'8% dell’aumento dei dazi, lasciando ai compratori statunitensi la quota rimanente.

 

Prospettive future e strategie di mitigazione


Dal punto di vista finanziario, dunque, le imprese coinvolte nel commercio di import-export si trovano di fronte a una sfida quando il RMB si deprezza. La riduzione del valore in valuta estera delle esportazioni diminuisce il loro potere d'acquisto globale, rischiando di generare perdite. Con l'annuncio di ulteriori aumenti dei dazi statunitensi al 125% a partire dall'11 aprile 2025, sorge la domanda: il RMB continuerà a deprezzarsi? Sebbene una risposta definitiva rimanga incerta, i movimenti valutari osservati nel 2018 e nel 2024 suggeriscono che gli incrementi tariffari potrebbero non portare a una svalutazione illimitata del RMB. Esisterebbe piuttosto una soglia oltre la quale la pressione dei dazi si trasferirebbe in modo più significativo sui prezzi delle merci nel mercato statunitense.


Indipendentemente dal futuro andamento del tasso di cambio, in questo contesto di incertezza, le imprese cinesi — specie quelle impegnate nel commercio estero — potrebbero esplorare strategie per mitigare i rischi valutari. Ad esempio: L'utilizzo di valute come l'euro o altre nei contratti commerciali potrebbe aiutare a evitare perdite legate al tasso di cambio? Quali considerazioni finanziarie e fiscali chiave devono essere valutate nelle transazioni in valuta estera?


PHC Advisoryè in grado di offrirvi un supporto completo sulle questioni riguardanti gli affari in Cina o su qualsiasi altro problema che la vostra azienda possa affrontare. Se desiderate saperne di più sulle politiche rilevanti per la vostra attività in Italia o in Asia, contattateci all'indirizzoinfo@phcadvisory.com


PHC Advisory è una società di DP Group: un conglomerato internazionale di servizi professionali con circa 100 professionisti esperti in tutto il mondo. Offriamo servizi completi di consulenza fiscale, contabile e finanziaria, tra cui la supervisione finanziaria, l'audit finanziario, l'audit interno, il controllo interno sul reporting finanziario e il supporto per i bilanci certificati e le revisioni annuali, garantendo la trasparenza e la conformità finanziaria dei clienti. 


Il contenuto di questo articolo è fornito solo a scopo informativo, la consulenza finanziaria deve essere adattata alle circostanze specifiche caso per caso e il contenuto di questo articolo non vincola legalmente PHC Advisory con il lettore in alcun modo. 


Se volete saperne di più su come fare affari in Cina, date un'occhiata ai nostri articoli precedenti:

1717064633257908.jpg

PHC Jason Yang-small.jpg