Il visto per "nomadi digitali" in Italia, introdotto nell'aprile 2024, rappresenta un'opportunità straordinaria per coloro che lavorano a distanza di vivere e lavorare in uno dei Paesi culturalmente più ricchi del mondo per un massimo di un anno, con possibilità di rinnovo. Questa nuova possibilità ha già attirato l'interesse di liberi professionisti, imprenditori e professionisti da remoto, attratti dallo stile di vita italiano e dalle opportunità professionali offerte. Tuttavia, il processo di richiesta del visto può rivelarsi complesso e richiede una preparazione accurata e attenzione ai dettagli. Di seguito, presentiamo un caso che per ragioni di privacy chiameremo Caso 1.
Caso 1: un’imprenditrice americana e una delle prime persone a ottenere con successo il visto per “nomadi digitali” in Italia, ha condiviso la sua esperienza nel processo di richiesta. Uno degli ostacoli principali che ha affrontato è stato quello di ottenere un contratto di affitto, documento essenziale per la richiesta del visto. In Italia, solitamente, è necessario un codice fiscale italiano per stipulare un contratto di locazione, ma con l'aiuto di un agente immobiliare locale ha scoperto che è stato possibile firmare un contratto di locazione senza codice fiscale, cosa fondamentale per chi non risiede ancora nel Paese. Inoltre, ha dovuto far certificare il suo titolo accademico attraverso il Centro di informazione sulla mobilità accademica e l'equivalenza (CIMEA). Questo processo di certificazione, sebbene richieda molto tempo, è stato essenziale per l'approvazione del visto e sottolinea l'importanza di una preparazione approfondita quando si richiede il visto per nomadi digitali.
Il consolato italiano fornisce ulteriori informazioni sui requisiti specifici per il visto per nomadi digitali: i richiedenti devono soddisfare diversi criteri, tra cui un reddito annuo di almeno 28.000 euro, una copertura assicurativa sanitaria, un passaporto valido e una prova di alloggio in Italia. Il processo di richiesta del visto è relativamente semplice rispetto ad altri visti italiani, in quanto non richiede una pre-autorizzazione, rendendolo più accessibile ai professionisti altamente qualificati. La tassa di richiesta è di circa 116 euro e i tempi di elaborazione possono variare da 30 a 90 giorni, a seconda del consolato e della preparazione del richiedente.
Per richiedere il visto per nomadi digitali, il primo passo è fissare un appuntamento presso il consolato italiano o il centro per la richiesta del visto nel vostro Paese di residenza. Poi è fondamentale preparare e presentare tutti i documenti necessari, tra cui un estratto conto bancario che attesti il vostro reddito, un contratto con il vostro datore di lavoro o con i vostri clienti e una prova di alloggio in Italia.
Una volta approvato il visto, è necessario recarsi in Italia e richiedere il permesso di soggiorno entro otto giorni dall'arrivo. Il permesso di soggiorno è essenziale per soggiornare legalmente nel Paese e può richiedere fino a un anno di tempo. Per i richiedenti con famiglia, ci sono due opzioni per la richiesta: o dall'Italia se i membri della famiglia hanno un visto Schengen, o dal consolato del loro Paese di residenza dopo che il richiedente principale ha ricevuto il permesso di soggiorno. È fondamentale non cambiare regione di residenza durante la procedura, per evitare complicazioni che potrebbero ritardare il rilascio del permesso.
Infine, è importante sapere che la consulenza di esperti in materia di visti, agenti immobiliari locali e specialisti fiscali può facilitare notevolmente il processo e contribuire a garantire la conformità alle normative italiane. Con una pianificazione attenta, i lavoratori da remoto possono fare una transizione di successo alla vita in Italia, godendo del patrimonio culturale del Paese e proseguendo con le proprie attività professionali.
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