Panoramica sulla Global Minimum Tax in Diversi Paesi
2023-12-21

In diverse regioni del mondo, i governi stanno introducendo cambiamenti rilevanti nelle loro politiche fiscali per rispondere all'evoluzione del contesto globale di tassazione delle imprese. Principalmente, ci si concentra sull'attuazione delle Regole Globali Anti-Base Erosion (GloBE Rules) all'interno del quadro di Base Erosion and Profit Shifting (BEPS) 2.0, promosso dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). L'obiettivo è stabilire un'imposta sul reddito delle società (Corporate Income Tax, CIT) minima del 15% per le imprese multinazionali a livello mondiale. Tale iniziativa sta trovando terreno fertile in nazioni come Vietnam, Cina, Hong Kong, Italia e nell'Unione Europea.


Nel Vietnam, il Vice Direttore del Dipartimento Generale delle Imposte, Dặng Ngọc Minh, ha evidenziato l'importanza di aderire alla CIT minima globale entro l'inizio del prossimo anno. Infatti, il Vietnam vuole essere in linea con i suoi principali paesi investitori esteri quali Singapore, Giappone e Corea del Sud, che hanno in programma di attuare l'iniziativa dell'OCSE a partire dal 2024. Sebbene la Global Minimum Tax non sia obbligatoria, è essenziale per paesi come il Vietnam che utilizzano incentivi fiscali per attrarre le multinazionali. Il Vietnam ha un'aliquota fiscale standard per le imprese del 20%, ma a causa di tali incentivi, l'aliquota effettiva per le multinazionali spesso si riduce al di sotto del 15%. Il paese sta pianificando di integrare la Global Minimum Tax nel suo sistema fiscale per assicurare una tassazione adeguata alle multinazionali che pagano meno del 15%.


La Cina, nell'ambito del quadro BEPS 2.0, si trova di fronte a delle difficoltà. Nonostante l’aliquota standard CIT è del 25%, le aliquote effettive possono essere inferiori al 15% in alcuni settori e regioni che offrono incentivi fiscali rendendo, quindi, necessarie tasse aggiuntive. Grandi imprese multinazionali cinesi con sede in paradisi fiscali potrebbero trovarsi soggette a queste tasse addizionali. Analogamente, a Hong Kong, con un'aliquota CIT standard del 16,5%, la presenza di incentivi fiscali porta molte aziende a pagare un'aliquota effettiva inferiore al 15%. Sia la Cina continentale che Hong Kong devono quindi adeguare le loro normative locali alle Regole GloBE.


In Italia, l'introduzione della Global Minimum Tax è considerata una politica fiscale di rilevante importanza. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze italiano prevede di attuare la direttiva dell'UE entro il 2024. Applicabile alle aziende con un fatturato superiore a 750 milioni di euro, prevede un'aliquota fiscale minima fissa del 15% sul fatturato. L'Italia mira ad armonizzare le pratiche fiscali e scoraggiare le delocalizzazione strategiche delle imprese in giurisdizioni a bassa tassazione. La Global Minimum Tax viene calcolata sottraendo la percentuale degli utili già tassati. L'Italia sta anche valutando incentivi per il rientro sul territorio italiano di aziende delocalizzate all’estero, con l'obiettivo di generare entrate per circa 3 miliardi di euro.


I benefici della Global Minimum Tax includono un incremento delle entrate statali, stimato 40 miliardi di euro per l'UE e 220 miliardi di dollari annuali per i paesi dell'OCSE. L'obiettivo è quello di creare condizioni di parità tra le economie avanzate, potenzialmente conducendo a un nuovo ordine economico globale. Tuttavia, emergono sfide e controversie, quali la complessità nell'applicazione della tassa e potenziali impatti negativi su economie che dipendono da incentivi fiscali.


Paesi come il Regno Unito, la Francia, la Germania e l'Italia potrebbero rafforzare le loro posizioni fiscali attraverso strumenti quali crediti d’imposta per spese R&D, mentre altri potrebbero dover modificare il loro focus competitivo. Il successo della Global Minimum Tax dipenderà dalla sua implementazione e dalla capacità dei paesi di adattarsi a questo nuovo scenario fiscale.


In conclusione, la Global Minimum Tax introduce un approccio unificato alla tassazione delle imprese, con l'obiettivo di aumentare le entrate statali e ridurre la concorrenza sleale. Tuttavia, la sua implementazione comporta complessità e potenziali svantaggi per alcune economie, rendendo il suo successo dipendente da una esecuzione efficace e da un adattamento di tipo globale.


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